Nota dell'autrice:
Questa ff nasce come un esperimento narrativo e stilistico….naaaaa ma che dico…nasce invece dalla voglia di far coincidere presente e passato…e come ho detto ad Alex…pensare che queste due dimensioni temporali sono unite…un tutt’uno, come dire che Oscar sono sempre qui, nella nostra nostalgia, e lì nella fantasia dei nostri ricordi…
Tutto qui… ^_^
Lo Specchio Addormentato
IX° parte
 
 
La mattina dopo la breve conversazione con il vecchio frate, la donna decise di mettersi in macchina…era giunto il momento di tornare…doveva affrontare la realtà, la solitudine e soprattutto l’amore che le riempiva l’anima..ma che, purtroppo, sapeva non avrebbe mai visto la luce dei suoi occhi…
In quei mesi aveva pensato di mettersi a cercarlo…ma non ebbe mai il coraggio di andare fino in fondo…ho rifiutato il suo amore per anni…come potrei giustificarmi?…e se si fosse rifatto una vita…e non aveva mai avuto il coraggio di disfarsi delle sue cose, aveva lasciato la sua camera così come lui la aveva lasciata…e poi il suo cavallo…impazzito dal dolore dell’abbandono…la donna  in alcuni momenti invidiava quel cavallo…almeno quell’animale esprime il suo dolore…io invece continuo la mia farsa…
La donna ripensò ai primi giorni dopo che lui scappò…aveva provato quasi un senso di sollievo…ma che passò in fretta, lasciando il posto ad una strana sensazione di amarezza…non capiva che le stesse capitando..in fine dei conti aveva ottenuto quello che voleva, aveva allontanato da se stessa anche l’ultima prova del suo errore…dell’errore che era stata la sua vita…
Un giorno, circa un mese dopo dalla sua partenza,  si scoprì in piedi di fronte alla porta della sua camera…aveva deciso di chiamare qualcuno per far portar via tutto…entrò in quella stanza che conosceva, era convinta che entrare lì non l’avrebbe turbata…ma sbagliava…trovò l’armadio aperto..dei vestiti per terra..la confusione della fuga…un asciugamani insanguinato…nel bagno… il mio specchio…uscì di corsa cercando delle risposte nella vecchia cameriera…stringeva in mano quella stoffa indurita dal sangue rappreso…
“Nanny….hai visto?…sai qualcosa?…parla!”
la vecchietta era in cucina…guardava l’ampio parco dalla finestra…si voltò…lo sguardo assente in preda all’angoscia…
“sei…tu…hai visto…è andato via…così…”
“lo so…l’hai visto?…guarda da dove viene tutto questo sangue?”
“non si è fatto avvicinare…mi ha detto addio…il viso…era sporco…aveva una benda sull’occhio…”
La donna si allontanò….per tornare nella sua stanza…ricordò il suo gesto…i frammenti dello specchio che volavano…lui cha la scostò proteggendola con  il suo corpo…il sangue…pensò che si fosse ferito ad un braccio…non…all’…si sedette…sul suo letto…e si abbandonò sul suo cuscino…il suo profumo intenso e silvestre…la donna pianse…pianse lacrime di angoscia…e d’amore…rimase un tempo infinito in quella posizione…poi si alzò e con la calma più assoluta, dettata dalla coscienza dell’amore che sapeva essere in lei, riordinò quella stanza…illudendosi che da un momento all’altro la sua voce ed il suo sorriso potessero tornare…
Guidava veloce…mentre i suoi ricordi la investirono con forza…fra un paio di giorni sarò a casa…e potrò stendermi nel suo letto…e sognare che torni…

Andrè si sentiva di nuovo nei panni del famigerato cavaliere nero…sgattaiolava da un punto all’altro del palazzo…ma non osò mai entrare…seguiva la vita di Oscar da lontano, dall’esterno…la vedeva passeggiare nella biblioteca, intrattenersi sempre con il piccolo Mathieu, il quale sembrava essere capace di farla ridere e al contempo capace di velare i suoi occhi di un infinita tristezza…origliò le conversazioni delle serve…dalle quali seppe con rammarico le condizioni della signora…Andrè aveva intuito che Oscar era allo scuro di tutto…era in ansia…sapeva che se  la donna lo avesse scoperto…nel modo sbagliato...la sua reazione sarebbe potuta essere imprevedibile…
Andrè prese una decisione…avrebbe fatto in modo di avvicinare o madame Jarjayes, in persona, o una delle sorelle…magari MarieAnne…
La devo proteggere…Oscar…questo è il mio compito…
“e tu chi sei?”
scoperto!…Andrè si voltò di scatto…era il piccolo Mathieu…avrebbe dovuto far ricorso a tutta la sua abilità…
“Sshhhh”…Andrè sorrise indicando al bambino di seguirlo…che incuriosito lo seguì…
arrivati in luogo appartato del giardino il bambino si piantò davanti all’uomo…deciso a farsi spiegare tutto quel mistero…
“allora dimmi chi sei!”…un ordine da giovane Jarjeyes…ti assomiglia Oscar…terribilmente…
“sono un messaggero …vengo da Parigi…devo parlare…”
il bambino si illuminò…la sua testolina cominciò a macinare intrighi e duelli…e la protagonista non poteva che essere…
“con zia Oscar…è lei che cerchi?!”
Andrè, seppure intenerito dal bambino, cercò di rimanere serio…e pensò che il piccolo fosse il mezzo giusto per arrivare alla madre…
“no…devo parlare con Madame MarieAnne…”
“la mia mamma!”
“puoi portarla da me?”
“sì…”
“ricorda che è un segreto!…stai aiutando un messaggero del re!”…Andrè pensò di accattivarsi il piccolo con ogni mezzo…doveva parlare con la sorella di Oscar…
“va bene!…aspettami qui domani a quest’ora…”
il bambino corse via…non prima di aver stretto la mano solennemente all’uomo imponente e gentile che gli aveva affidato questo importante compito…
speriamo bene…

La giovane Rosalie nutriva molti dubbi su quell’uomo misterioso…non riusciva a capire da dove fosse saltato fuori..lo vedeva che ogni giorno si prendeva cura del cavallo impazzito…e cosa più straordinaria notò un miglioramento repentino nell’animale...ma chi sei???
L’uomo cercava di muoversi sempre in orari che lo sottraessero dalle occhiate curiose di Rosalie e dagli inservienti che si occupavano della tenuta…per fortuna seppe che la vecchia cameriera, Nanny, come la chiamava lei, era andata via da dei parenti…ormai era vecchia e non ce la faceva più a stare dietro alla casa…era l’unica che lo avrebbe potuto riconoscere…
L’uomo si era sistemato nel vecchio capanno al limite della tenuta…neanche Rosalie conosceva quel posto…si era reso conto di essersi comportato comunque con imprudenza…curare il suo cavallo era stata una follia…non appena lei fosse tornata…avrebbe capito tutto…aveva deciso di scappare di nuovo…ma non poteva permettere che il suo cavallo peggiorasse non appena se ne fosse andato…pensò, allora, che Rosalie sarebbe stata la persona adatta per assolvere a quel compito..il resto lo avrebbe fatto lei…
Così l’uomo cominciò ad abituare il cavallo alla presenza della giovane…gli insegnò ad averne fiducia…con enorme dolore aveva deciso di separarsene definitivamente…ed il cavallo sembrò capire il desiderio del suo padrone…infatti si riprese in fretta…e non passarono molti giorni..che la giovane poté montarlo…l’uomo desiderava ardentemente farlo…ma si era imposto quella decisione…prima di andarsene voleva però fare almeno una cosa…
Si diresse verso la scuderia centrale…
“César…sono io…non mi riconosci?”
il magnifico stallone bianco scrollò la testa…
“eh..la barba…ma sono io…Andrè”
il cavallo allungò il collo per annusarlo…e lo riconobbe…nitrì allegramente…
“mi sei mancato anche tu…”
ora l’uomo poteva andare…il suo compito era finito…
 

 
Fine 9° parte
                                                                                                                                   Mik

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